QUIET QUITTING: cosa è e a cosa è dovuto questo fenomeno?
QUIET QUITTING letteralmente significa “abbandono silenzioso”: rimanere al lavoro, senza perdere il posto, ma con un’attitudine diversa: meno stress, meno ambizioni, meno sensi di colpa nel dire no. È in contrasto al big quit o great resignation, cioè alle dimissioni volontarie, recente fenomeno emerso nel periodo pandemico.
Significa lavorare il necessario, rispettando il contratto in termini di ore lavorative e di responsabilità, evitando straordinari di tempo e di mansioni. Un approccio in controtendenza alla hustle culture, la cultura di un’attività febbrile, da stacanovisti, cioè il dedicare tutta la vita al lavoro, con un impegno eccessivo che può causare il cosiddetto fenomeno del burnout, l'esaurimento.
Significa rivedere il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, che nel periodo post-pandemia è diventato sempre più importante, assumendo un significato di prioritaria importanza, in contrasto al solo denaro visto come priorità principale.
Oltre all’impatto della pandemia, evento esterno purtroppo non governabile, secondo la tesi della Harvard Business Review la diffusione di questo fenomeno è da attribuirsi anche ad un fallimento dell’atteggiamento dei manager che, per fortuna, è governabile.
Mi rivolgo a te, manager: cosa puoi fare?
• Implementa il contatto, il dialogo, la comunicazione interna a tutti i livelli aziendali;
• migliora la definizione degli obiettivi aziendali e le prospettive di crescita personali;
• crea nuove forme di interazione e di coinvolgimento all’azienda.
Cosa otterrai?
• Un approccio manageriale e professionale diverso: meno totalizzante, meno impattante sulla vita personale, più motivante e piacevole a livello personale.
• Il miglioramento del benessere e del Work Life Balance personale, tuo e dei tuoi collaboratori, si traduce in maggior soddisfazione e produttività.
Come puoi fare tutto ciò? Facendoti affiancare da un Business Coach.
Autore: Valentina Reiner
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